La dieta del digiuno intermittente
Divenuta molto popolare in Inghilterra e Stati Uniti subito dopo l’uscita del libro.
Coniuga alimentazione e digiuno in un continuum unico.
Si chiama “Fast Diet”, con un gioco di parole: fast infatti può significare sia veloce che digiuno. Quindi “dieta veloce” o “dieta digiuno”. Da noi ribattezzata “Digiuno intermittente”. La Fast Diet è una idea del giornalista della BBC Michael Mosley, e dalla giornalista del Times Mimi Spencer.
Definita anche “cinque su due”, perché permette di mangiare e bere a sazietà cinque giorni a settimana per poi stare quasi a digiuno negli altri due giorni, ad esempio il lunedì ed il mercoledì.
Quello che sostiene l’ideatore è che dopo cinque settimane i risultati sono stati: quasi 9 chili di perdita peso e analisi del sangue migliorate, con riduzione dei valori di glucosio e colesterolo, e quindi utile a ridurre il rischio di contrarre malattie come il cancro e il diabete. La cosa sorprendente non è stata la perdita di peso ma l’assenza della fame e del desiderio di dolci e di cibo spazzatura.
Cosa prevede la dieta del digiuno intermittente in sintesi: mangiare regolarmente per cinque giorni, interrompendoli con 2 giorni ore di quasi digiuno, dove vengono consumati 2 piccoli pasti a colazione e cena, oppure un unico pasto a pranzo. Gli effetti sarebbero immediati: rapida perdita di peso e sacrificio sostenibile. Secondo l’autore “I nostri antenati vivevano alternando grandi abbuffate e digiuni, a seconda del risultato della caccia”. La Spencer dichiara “Ti limiti a fare due giorni di digiuno e il peso si smaltisce rapidamente e senza sforzo. Le calorie possono essere consumate a piacimento: in un unico pasto a metà giornata o ripartite tra colazione e cena”.
Nei due giorni di digiuno, come accennato, si fanno solo due piccolissimi pasti (concentrabili comunque in uno solo), colazione e cena, per combattere la fame. Esempio anglosassone: 2 uova sode o strapazzate e prosciutto al mattino, e pesce/carne bolliti o alla griglia con verdure (scondite) la sera, e sempre bevendo molta acqua e tisane, o anche caffé nero all’americana (bevanda sulla quale ci sono altre considerazioni da fare).
La dieta definisce inoltre la quantità massima di calorie previste nelle giornate di “quasi digiuno”: 500 per le donne e 600 per gli uomini. Michael Mosley scrive che queste calorie equivalgono al 20-25% di quelle assunte nei restanti giorni, nei quali ci si può permettere di tutto, sia pur con moderazione. Il periodo di digiuno può andare dalle 16 alle 24 ore consecutive.
Come si vede non si tratta di un digiuno vero e proprio.
Altra particolarità: sono comunque ammessi cibi come carboidrati, fritti e dolci, il che rende la diete del “5 su 2” più appagante rispetto ad altre soluzioni. Anche se, in riferimento al collegamento con l’alimentazione del paleolitico fatto dall’autore, tali cibi “spazzatura” (junk food) non esistevano. Dolci e patatine fritte non sono conciliabili con un periodo dove il naturale era la base dell’alimentazione.
Nella Dieta del digiuno intermittente le proteine sono molto consigliate, e vanno accompagnate da frutta e verdura.
Mosley si richiama al paleolitico, quando l’uomo alternava pasti abbondanti a lunghe fasi di digiuno.
Mosley è sicuro della sua idea, perché ha elaborato il suo metodo facendo egli stesso da cavia, così come pure la Spencer. Aveva deciso di dimagrire, perché glucosio e colesterolo nel sangue erano a livelli preoccupanti. Giornalista medico scientifico, si è ispirato alle ricerche sugli effetti benefici di una dieta ipocalorica, e ciò lo ha portato a ideare un documentario per la BBC: “Eat, Fast and Live Longer” (mangia, digiuna, e vivi più a lungo). “Non dobbiamo avere paura della fame se è temporanea” sostiene Mosley.
Seguito e Approfondimenti alla pagina sul digiuno intermittente.