Dolcificanti negli alimenti: stessi effetti delle droghe?
Il fruttosio utilizzato nella produzione di certi alimenti, come per esempio i biscotti, secondo uno studio può avere effetti simili alla cocaina nel causare dipendenza.
I dolcificanti, come per esempio il fruttosio, possono alterare il comportamento delle persone similmente a quanto fa la cocaina, sostengono i ricercatori.
La scoperta è stata fatta dagli scienziati dell’Università di Guelph, i quali hanno analizzato gli effetti dello sciroppo zuccherino estratto dal mais, il diffuso “corn sirup” americano, e dal quale si estrae anche una qualità più economica di fruttosio.
Questo ingrediente, secondo il rapporto presentato al 2013 Canadian Neuroscience Meeting della Canadian Association for Neuroscience – Association Canadienne des Neurosciences (CAN-ACN), rende il problema principale la dipendenza e fa passare in secondo piano l’obesità.
Gli alimenti ricchi di zuccheri possono essere causa di sovrappeso e obesità, e anche diverse altre malattie, e ora appare anche la dipendenza.
Gli autori dello studio, sostengono che l’alto contenuto di fruttosio da sciroppo di mais può causare reazioni comportamentali simili a quelle prodotte dall’abuso di sostanze stupefacenti, come la cocaina.
La dipendenza: si passa dal piacere di un qualcosa a l’esserne dipendenti. Al punto da soffrire nel caso manchi. Questo accade con le droghe, l’alcol, farmaci, gioco d’azzardo, ecc.
Certi alimenti, ora, non sono da meno. Secondo i ricercatori, l’epidemia globale di obesità si potrebbe spiegare proprio in termini di dipendenza.
La dipendenza potrebbe spiegare perché alcuni diventano obesi mentre altri no. La sola abbondanza di risorse alimentari non può pertanto esserne la sola causa, secondo gli autori dello studio.
Sono stati sperimentati gli effetti del fruttosio in uno studio condotto sul modello animale. Per dimostrare che solo una piccola percentuale di persone diviene dipendente dal cibo, e che dietro a questo fattore ci deve essere altro. Gli studiosi hanno dichiarato: «Abbiamo le prove in animali da laboratorio di una vulnerabilità condivisa nello sviluppare preferenze per i cibi dolci e per la cocaina… Ora c’è una convincente evidenza neurobiologica e comportamentale che indica che la dipendenza da cibo è possibile. Il nostro obiettivo è scoprire predittori biologici di vulnerabilità a sviluppare un eccessivo consumo di sciroppo di fruttosio».
Un altro studio, condotto da ricercatori statunitensi della Yale University School of Medicine, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of American Medical Association, ha dimostrato che assumendo alimenti dolcificati con il fruttosio, non viene percepito il senso di pienezza, inducendo a mangiare di più.
Le associazioni di produttori di fruttosio da mais hanno bollato la ricerca come “irresponsabile” e controproducente, per via dell’associazione tra un dolcificante ampiamente utilizzato e una droga pesante come la cocaina. Altro motivo di attacco è l’aver condotto lo studio su modello animale che, secondo i produttori di fruttosio, non ha un riscontro con l’essere umano.
Al di la di tutto, emerge che qualsiasi sostanza immettiamo nel nostro organismo innesca una reazione chimica che va a influenzare la risposta fisica e mentale. E’ ragionevole ipotizzare che alcune sostanze possano, nelle persone predisposte, essere causa di dipendenza.
Che un prodotto sia “ampiamente utilizzato”, poi, non significa che sia sicuro o non dannoso. Il problema è che spesso gli interessi commerciali, non sono coincidenti con il benessere dei consumatori.