Paleodieta degli ominidi
La autentica paleodieta di una antica popolazione di ominidi.
Attraverso due scavi in siti archeologici, che sono stati condotti in Israele, è stato possibile analizzare degli antichi i reperti di tipo alimentare. Questi reperti sono stimati risalenti a quasi 800.000 anni fa.
I campioni di alimenti sui quali è stato possibile basare la ricerca, sono stati oltre 10.00. La cosa è stata resa possibile da una concomitanza di fattori; Principalmente però, è stata dovuta all’acqua che ha sommerso l’area e che ha conservato il materiale in uno stato sufficientemente buono per condurre le ricerche.
L’antico lago, ora prosciugato, ha fornito indicazioni che gli antichi abitanti usassero il fuoco, erano abili nel ricavare manufatti ed armi in pietra e legno, e che cucinassero le prede della caccia, che essi praticavano.
Gli ominidi che si nutrivano con una tale dieta, si ritiene siano sopravvissuti sino a 70.000 anni fa circa, e che già avevano la postura eretta.
Il clima della località era di tipo temperato.
La paleodieta più antica
La dieta tipo, la paleodieta autentica di quel periodo, si basava su ortaggi sul tipo di zucchine e finocchi, semi di vario tipo che venivano arrostiti, germogli, frutta, olive, semi oleosi (noci) di vario tipo, e anche castagne.
La parte proteica invece era costituita da rettili, anfibi, pesci, uccelli, animali anche di grossa taglia come gli elefanti.
Non mancavano le spezie, come semi di finocchio, menta, e altre erbe selvatiche.
Altra caratteristica del sito, era la chiara divisione di aree adibite a vari e diversi scopi. Una tale organizzazione degli spazi, era stata trovata in precedenza, solo per siti risalenti al massimo a 250.000 anni fa. Questa scoperta, colloca indietro di oltre 500.000 anni, la data dell’inizio di tale organizzazione. La prima area era dedicata alla produzione. Si scheggiavano le selci per farne utensili, e si lavorava il pesce.
La seconda area era dedicata ad usi generali, e qui sono stati ritrovati depositi di legna da ardere.
La ricerca è stata condotta dalla professoressa Naama Goren-Inbar, dell’Istituto di Archeologia dell’università di Gerusalemme. La ricercatrice, in una intervista, ha evidenziato come i cibi usati fossero grandemente assortiti.
Il rapporto è stato pubblicato sulla rivista edita dalla National Academy of Sciences Usa, “Proceedings”.