Dieta paleolitica. La via fruttariana?

Dieta paleolitica. La via fruttariana?

B. D. Bertinetto – Alimentazione e non solo: il metodo “Matevo”

Per fornire una panoramica quanto più vasta possibile, utile a chi vuole crearsi una propria opinione, basata su informazioni a 360 gradi, si ritiene di dover dare spazio anche a quelle visioni riconducibili per taluni aspetti alla visione “Paleo”, che considerano un apporto di proteine non proveniente da animali.

Un interessante studio teorico pratico, volto anche all’ottimizzazione degli aspetti vitali dell’essere umano nella sua interezza, salute ed efficienza fisica, è stato svolto dal Dott Bartolomeo Davide Bertinetto. Da. Il suo studio ha ideato e stilato una serie di linee guida, non solo nell’alimentazione, che ha chiamato “metodo Matevo”®, che viene qui di seguito brevemente descritto.
Secondo il Dott Bertinetto, l mondo del fitness, di cui oggi tanto si parla, vuole essere il capostipite della salute. Realtà fino ad ora mai stata raggiunta per via di ‘illusori corpi magri e muscolosi’ da associare ad una improbabile salute. La causa è principalmente da ricondurre all’alimentazione artificiale che caratterizza il fitness odierno, fatto di ormoni sintetici, integratori, alto consumo proteico e cibi inesistenti in natura. Si dovrebbe invece ragionare al contrario, quindi ribaltando il concetto di muscoli e bassa percentuale di grasso uguale salute. Dovrebbe invece essere un fisico sano con alimentazione naturale ed elettiva per l’essere umano, fatta di sola frutta, per ottenere un corpo tonico, magro ed atletico. Non il contrario. Fino ad ora nel mondo del fitness è stata scelta la soluzione ‘tossica’ per raggiungere la migliore forma fisica. Con il medodo Matevo, e la sua alimentazione, si cerca di arrivare prima alla salute per ottenere poi una lunghezza della vita, un benessere ed una efficienza fisica superiori.
Le tematiche offerte da questa strategia di preparazione fisica non si limitano alla sola alimentazione ma vengono estese ad un più approfondito ‘espediente motorio’ con caratteristiche evolutive.
Parlando di fitness in palestra legato al sollevamento pesi, esistono delle necessarie modifiche da apportare struttura dei programmi di preparazione oggi esistenti. Infatti questi sono composti da un insieme di esercizi che non rispecchiano affatto la spontaneità dei movimenti  per i quali, l’uomo è stato naturalmente modellato dall’evoluzione quando si maneggia un carico importante. Movimenti artificiosi sotto carichi imponenti portano inevitabilmente ad usura articolare e successivamente all’infortunio. L’ostinazione protratta per lunghi periodi sotto pesi via via più grandi, conduce ad una serie di eventi autodistruttivi che debilitano il corpo di chi si allena, invece di rinforzarlo e migliorarlo. Il nostro organismo è ‘fatto’ per svolgere movimenti composti che sfruttano grandi catene cinetiche come: la spinta, la trazione ed il sollevamento di un oggetto da terra. Solamente questi sono i tre movimenti evolutivi che permettono lo spostamento di carichi imponenti, senza imbattersi mai nell’infortunio. Quindi tutti gli esercizi in palestra che emulano tali prerogative naturali, manterranno e miglioreranno la salute articolare. Seguendo questa logica non invasiva, via via potranno pure progredire lentamente i carichi maneggiati di settimana in settimana, permettendo così di costruire una struttura muscolo-schelettrica imponente. Secondo il Dott Bertinetto un metodo, per funzionare, deve poter essere utilizzato con profitto per un periodo paragonabile alla lunghezza della vita.
Strategie alimentari ed allenamento non sono comunque gli unici parametri considerati dal suo sistema Matevo. La progressione della forza non è fine a se stessa, considerandola come unico obbiettivo. Il vero fine è arrivare ad una salute muscolo-schelettro-articolare migliore. Infatti esiste un’ulteriore fattore di profitto: quello ormonale. Grazie ad alcuni studi indipendenti, condotti sui praticanti del metodo, è stato misurato il livello ormonale del testosterone endogeno. Ciò ha evidenziato uno stretto collegamento tra aumento della forza e potenziamento del profilo ormonale. Un profilo ormonale migliore crea a ricaduta effetti su tutta la sfera corporea ed anche psichica. Infatti sono molti gli effetti benefici di una spontanea ripresa ormonale, sia per coloro che non sono più giovani, che per quelli che ne hanno sempre posseduto un basso livello. Il testosterone è l’ormone maschile per eccellenza, ma non si deve ingenuamente pensare che nella donna non ne esista traccia. Infatti anche nel corpo femminile ne deve essere presente una certa quantità (tra un ventesimo ed un decimo rispetto all’uomo) per la corretta salute organica. Gli effetti benefici sono quindi identici per entrambi i sessi.
Una spinta ormonale superiore, che mantenga nel tempo valori stabilmente alti e paragonabili al livello di un 20/30enne garantisce significativi effetti anti-età.

L’ultimo elemento contemplato dalla tecnica di preparazione fisica del Dott Bertinetto, è il digiuno. Allo scopo di raggiungere la massima efficienza fisica, è stata ideata una metodologia per costruire un’efficienza fisica superiore, attraverso la ‘carenza’ alimentare autoindotta. Normalmente il digiuno viene svolto per ottenere un effetto ‘pulitore’ dell’intestino oltre a ridurre l’ostruzione organica, mettendo a riposo per un certo periodo l’apparato digerente. Qui tali obbiettivi vengono sempre ricercati ma non sono il fine ultimo. Infatti il metodo cerca di guidare l’utente al ‘fare tanto con poco’, permettendogli dopo un certo tempo di riuscire a condurre una vita del tutto normale, insieme all’allenamento, durante il digiuno. L’obbiettivo dichiarato è, dopo un certo periodo di pratica, ad educare i suoi praticanti verso l’indipendenza fisica sull’ambiente. Questo non significa martoriare chi decide di seguirlo, con interminabili periodi di digiuno, ma ricercare il benessere attraverso brevi periodi intermittenti di carestia, intervallati da altri con abbondanza alimentare fruttariana. Insomma, anche sul frangente digiuno, si cerca di emulare la naturale qualità umana, ormai perduta, per la ricerca del cibo usando ugualmente il corpo, anche qualora il cibo non sia immediatamente disponibile. Ogni animale, quando il cibo scarseggia non resta certo immobile aspettando che questo ‘piova dal cielo’, anzi si sposta ancora di più per aumentare le probabilità di trovarne. Per questo solo pochi esseri viventi hanno acquisito capacità letargiche e l’uomo non è fra questi. Probabilmente nei millenni passati la specie umana ha trascorso più tempo senza cibo e nella sua ricerca continua, piuttosto che mangiarlo…
Concludendo, lo studio del Dott Bertinetto ed il metodo da lui ideato, si propone di far riaffiorare quello che faceva parte della vita primordiale dell’essere umano in tempi arcaici. Il tutto trasferito però nel mondo ‘confortevole’ odierno. Attraverso regole matematiche si vuole plasmare il praticante come se fosse immerso in un territorio selvaggio, dove è l’ambiente a ‘piegare’ le abitudini dei suoi abitanti e non il contrario. Da qui il significato della parola Matevo, che deriva dalla somma di MATematica+EVOlutiva.
Ottenere una salute migliore può fornirci una longevità superiore. Il raggiungimento di questo obbiettivo è alla portata di ogni persona pronta ad organizzare al meglio la propria alimentazione, allenamento e purificazione col il digiuno razionale.

Anche il noto atleta Frank Medrano, italoamericano, segue una sua dieta a carattere vegano.

Secondo la sua visione, il valore ottimale di proteine che un atleta dovrebbe assumere varia da soli 1, 5 a 2 grammi di proteine per ogni Kg di massa magra.
Un valore considerevolmente più basso rispetto a quello di norma considerato.
Nella sua dieta, come particolarità “non paleo” sono comprese piccole quantità di legumi, pappa di avena nella colazione, e un tipo di pane che è però ottenuto da germogli, quindi non contiene cereali nella forma tradizionale. Usa degli integratori proteici a base vegetale.
Qui a seguire un video molto eloquente su Frank Medrano.

Qui a seguire una sintesi delle conclusioni, basi di partenza per la costruzione della metodologia descritta.
Il genere “homo”, tra le altre specie animali, da quando è comparso sulla terra, ha saputo stravolgere molte regole che regnavano fin dall’inizio dell’evoluzione. Per questo se gli altri esseri al mutare clima, fonti alimentari e altri fattori, non hanno avuto le risorse per adattarsi e proseguire il loro cammino, l’uomo è riuscito a sostenere i cambiamenti esterni con contromosse che ne hanno perpetuato l’esistenza fino ad oggi.
Concentrando le attenzioni verso l’asse alimentare si apprende che molte delle scelte provenienti dalle circostanze del passato sono ancora presenti in noi ora. Non perché possano essere necessarie ma perché continuano ad appagare il ‘gusto’ dell’uomo moderno.
Si può arrivare a ipotizzare che l’uomo abbia iniziato ad essere carnivoro alcuni millenni fa per motivi legati probabilmente a carenze alimentari di natura climatica, avviate forse a causa dell’ultima glaciazione, alla colonizzazione di vaste aree del pianeta ambientalmente molto diverse tra loro, o ad altri fattori. Insieme alla concomitante scoperta del fuoco è divenuta possibile la nutrizione carnivora, ‘ammorbidendo’ la consistenza delle carni, rendendo così il sapore e l’odore più forte ed invitante. L’abitudine carnivora anche se non propria della nostra specie si è conservata fino ai giorni nostri. Ciò però non significa che sia adatta alla nostra fisiologia anche perché l’uomo per essere predatore necessita di strumenti ‘artificiali’, quali armi da punta e da taglio, trappole… Mentre se si osserva l’anatomia del genere homo si scoprono alcune caratteristiche che lo rendono completamente adatto alla nutrizione fruttariana, senza necessità di stratagemmi artificiali aggiuntivi, come per esempio:

La vista a colori, ideale per individuare e distinguere alimenti colorati ed evidenti in mezzo a foglie e rami. In molti esseri viventi la vista è limitata nei colori, a volte addirittura monocromatica, a volte estesa a colori che l’uomo non vede (esempio nel campo dell’ultravioletto), invece nell’uomo e nei primati superiori non è così.
Le mani prensili con pollice opponibile su arti estremamente mobili fanno pensare ad una funzione adatta al districarsi tra i rami per arrivare in profondità nella vegetazione più inaccessibile, per procurarsi il cibo. Inoltre l’estrema precisione nell’afferrare elementi minuti, come bacche ed altri frutti di piccole dimensioni avvalorano questa ipotesi.
La dentatura del uomo sembra adatta alla masticazione di cibi moto ‘polposi’. Contrariamente ai carnivori, che possiedono una struttura mascellare imponente, adatta a rompere e triturare ossa, tendini e carni.
La struttura digestiva dell’uomo, molto lunga e caratterizzata anche dall’assenza di enzimi adatti allo smaltimento degli acidi prodotti dai cibi carnei.

Alcuni luminari del passato hanno già riflettuto sul argomento, e ora ricominciano ad affiorare  ideologie sulla nutrizione fruttariana come l’unica davvero adatta all’essere umano.
Secondo tali ideologie, l’adattamento dell’uomo ad una dieta onnivore, con un notevole apporto di nutrienti proveniente da prodotti animali, costa un certo prezzo nei riguardi della salute; Questa  permette sì di raggiungere l’età riproduttiva e di superarla per provvedere alla prole, ma a scapito della salute e di altri vantaggi perduti da migliaia di anni.